lunedì 20 aprile 2009

Mostra FUTURISMO


FUTURISMO 1909 -2009

Velocità+ Arte+Azione 
6 febbraio-7 giugno 2009
Palazzo Reale, Milano


Milano, città dell'avanguardia e della modernità: culla del Futurismo.
La pubblicazione del Manifesto del Futurismo da parte di Filippo Tommaso Marinetti nel 1909 vuole essere una sfida per lo svecchiamento della cultura artistica italiana e il suo rilancio nel segno del progresso. L'adesione al movimento di artisti del calibro di Boccioni, Carrà, Severini, Russolo, Balla, Depero, porterà all'affermazione di uno stile nuovo, il cui scopo è rappresentare la velocità, il dinamismo della vita moderna della città, la sensazione dinamica contro tutto ciò che è statico, accademico, museale, classico, e superato.
Il Futurismo vuole investire ogni campo dell'espressione artistica, dalla pittura, alla scultura, alla letteratura, al teatro, alla fotografia, al cinema, all'arte applicata: obbiettivo: "..ricostruire l'universo, rallegrandolo" .
Esso si afferma negli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale, grazie allo spirito instancabile di Filippo Tommaso Marinetti e dei suoi, la cui missione fu quella di promuovere il movimento da lui creato, facendo propaganda e proselitismo per tutta la vita.
La grande guerra, caldamente sostenuta dai futuristi interventisti, che la considerano "sola igiene del mondo" in grado di spazzare via il vecchio, alimenterà questa utopia, che si trasformerà in realtà con il "Manifesto della ricostruzione futurista dell'universo", di Balla e Depero.
Soggetti preferiti saranno le automobili, le città in espansione e in costruzione, le ciminiere, le fabbriche e le sbuffanti locomotive, "le folle agitate dal lavoro, dal piacere e dalla sommossa" così come i soggetti umani, animali e cosmici, che vengono rappresentati rielaborandoli in base alle esigenze del "dinamismo plastico" e della "sensazione dinamica".
La fine della prima guerra mondiale e il conseguente "ritorno all'ordine", non spegnerà l'ardore futurista, che fa nuovo proselitismo ed estende il proprio campo d'azione promuovendo, fra gli anni '20 e gli anni '30, l'arte meccanica, l'aeropittura e la ceramica futurista.
Il movimento verrà meno con la morte del suo fondatore nel 1944, e sarà riscoperto solo durante gli anni '60, grazie ad una critica costruttiva ed obbiettiva che stempera e attenua gli aspetti negativi legati al fascismo, con il quale finisce inevitabilmente per compromettersi negli anni della sua affermazione.

 La mostra, con circa 500 opere, ripercorre gli anni gloriosi del Primo Futurismo con capolavori di Boccioni, Balla, Severini, Carrà, Russolo, nella prima sezione, anticipata da lavori precedenti la svolta futurista degli artisti, legati alla tecnica divisionista e ai temi del simbolismo dominanti all'inizio del nuovo secolo. Poi presenta un allestimento dedicato al teatro futurista, con la ricostruzione della scenografia di Balla del 1917, per il balletto Fuochi d'artificio, nonchè dei costumi relizzati su disegno di Depero per l'opera Il canto dell'usignolo.
Continua con una sezione inerente l'architettura futurista (con disegni di Antonio Sant'Elia), la fotografia futurista, nonchè i libri, le pubblicazioni futuriste e le "tavole parolibere", mentre un'altra sezione riguarda
l'arte applicata, con arazzi di Balla e Depero, le ceramiche di Tullio d'Albisola e quelle in stile art decò.
La seconda parte della mostra è dedicata al cosiddetto Secondo Futurismo, con lavori di Depero, dei futuristi torinesi, di Prampolini, Bendetta Marinetti e l'aeropittura futurista (tra cui capolavori di Gerardo Dottori e Tullio Crali), e si chiude con l'eredità che il Futurismo lascia ad artisti d'avanguardia degli anni '60, come Fontana, Burri, Dorazio, Schifano.

Nella piazzatta antistante Palazzo Reale, una monumentale scultura incorporante i famosi "intonarumori" di Luigi Russolo, ricorda ai vistatori che i futuristi sono stati i grandi protagonisti e promotori della modernità nell'arte italiana della prima metà del XX secolo, con idee che hanno continuato a dare stimoli creativi ancora validi per l'arte contemporanea del XXI secolo, segno della perdurante attualità del messaggio futurista.

Antonio Laviano propone la sua visita guidata con un abbigliamento che ricorda gli esperimenti paroliberi e le soluzioni decorative degli abiti disegnati da Balla, con accessori in linea con le sperimentazioni creative legate alla "polimaterismo" e all'utilizzo di nuovi materiali, tipiche della produzione futurista, come bracciali di filo d'acciao, cartone e plastica, creati appositamente per l'occasione. Stupisce inoltre i visitatori con la lettura di un documento originale d'epoca, mettendo lo spettatore direttamente al centro dell'universo futurista...rallegrandolo:
ARTE+VITA=AZIONE +PASSIONE= ANTONIO LAVIANO (FU)TURISTA NON PER CASO!


A.L.

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