venerdì 21 maggio 2010

Mostra GOYA e il tempo moderno

GOYA e il tempo moderno
17 marzo - 27 giugno 2010
Palazzo Reale, Milano

Con questa grande mostra dedicata a Francisco Goya, Milano offre una carrellata di capolavori del maestro, attraverso i quali mettere in evidenza l'influsso che egli ha avuto su molti artisti moderni. Infatti tra le 184 opere, molte sono di artisti diversi e in vario mado a lui collegati. La mostra è ripartita in sezioni tematiche.
Nella prima, dedicata ai ritratti, è indagato lo scorrere del tempo e come questo viene interpretato da Goya; e in che modo la sua maniera moderna, non idealizzante, è stata tramandata ad artisti come Picasso, Nolde, Ensor ecc. In questa sezione vi sono ritratti famosi, come quello del re Carlo IV e della regina Maria Luisa di Parma, in cui comincia
ad emergere la vena satirica nei confronti delle personalità di corte; ma anche ritratti intensi, come quello dell'attore Isidoro Maiquez o di Asensio Julia, nonchè un autoritratto con il quale Goya documenta sul suo volto l'inesorabile scorrere del tempo.
La seconda sezione è dedicata al 'Lavoro quotidiano', e tra le opere c'è 'L'arrotino' e la 'Lattaia di Bordeaux' (1826), uno degli ultimi capolavori con il quale Goya continua a dimostra la sua tempra anche in età avanzata, con effetti cromatici che sembrano anticipare le ricerche impressioniste. Ci sono poi le incisioni attraverso le quali l'artista si fa critico interprete della realtà, enfatizzandola attraverso il grottesco (es. uomini con orecchie d'asino e frati ubriachi), e con la consapevolezza che la superstizione e l'ignoranza hanno preso il sopravvento sulla ragione. Il risultato di tutto ciò è anche la violenza, di cui egli fu testimone durante la guerra civile spagnola, e che ha descritto nell'opera 'I disastri della guerra' (1810). Queste incisioni, e le tele del Prado ad essa dedicate, hanno costituito fonte d'ipirazione tematica per opere di artisti come Picasso, Dalì, Kollvitz, Guttuso, Music, Grosz, presenti in mostra nella sezione dedicata alla 'Violenza', che con vena grottesca o in maniera diretta, hanno rappresentato a loro volta la tragedia della Seconda guerra mondiale.
I volti deformati dal dolore sono protagonisti delle sale dedicate a ' l'Urlo', in cui il 'Cristo nell'orto degli ulivi' (1819) di Goya, fa da tramite per parlare di ogni tragedia nel mondo. L'urlo di dolore lo si ritrova nel 'Cavallo morente' di Karen Appel, o nella rassegnazione del 'Cane di Goya' di Antonio Saura, ispirato all'analogo soggetto delle 'Pitture Nere' della 'Quinta del Sordo'. La mostra si chiude con le deformazioni dei tratti somatici dei soggetti di Bacon, De Kooning, e la consunzione delle sculture filiformi di Giacometti: a testimoniaza dell'eredità lasciata da Goya nella intepretazione delle tragedie del mondo, che continuano nella modernità. Il percorso guidato con Antonio Laviano fa capire come le tematiche goyesche sono state recepite dagli artisti dell'800 e del '900, e come Goya ha anticipato alcuni concetti ancora validi per la rappresentazione delle vicende dell'umanità.

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