mercoledì 21 marzo 2012

VILLA NECCHI-CAMPIGLIO


Nel centro di Milano, immersa nel verde, uno splendido esempio di architettura decò degli anni '30: la Villa Necchi -Campiglio, ora casa museo di proprietà del FAI, progettata dall'architetto Piero Portaluppi, apre le porte ai suoi visitatori.
Villa Necchi permette anche di ammirare capolavori dell'arte del '900 italiano, realizzati nel periodo compreso tra le due guerre, e donati dalla gallerista e storica dell'arte Claudia Gianferrari, per renderla più bella e accogliente.

Realizzata tra il 1932 -'35 secondo le linee pulite della più aggiornata tendenza modernista, temperata però da particolari decorativi tipicamente 'portaluppiani, in essa convivono, accanto ad arredi originari dell'epoca, mobili e oggetti d'antiquariato acquistati dai proprietari nel corso degli anni, con la consulenza dell'architetto Tomaso Buzzi che si occupò della ristrutturazione della villa nel secondo dopoguerra.
La villa, pur essendo nel centro di Milano, poco distante da Piazza San Babila, è posizionata in quella che era la zona ove sorgevano antichi palazzi nobiliari con annessi grandi giardini, e questo spiega la sensazione di 'discrezione' che la caratterizza, nascosta dalla vegetazione del grande giardino in cui è immersa. Ma una volta varcato il cancello, essa si impone con tutta la sua essenziale ed elegante monumentalità.

Se all'esterno prevalgono le tonalità dei grigi di pietre e marmi usati per i rivestimenti, l'interno rivela, come uno scrigno prezioso, eleganti boiserie in mogano e palissandro in ariosi ambienti, confortevoli nonostante le ampie dimensioni degli stessi. Uno scrigno prezioso in cui troviamo un antico tamburo birmano e un cassone in pastiglia rinascimentale, in dialogo con la scultura dell 'Amante morta' di Arturo Martini (1921 circa), dalla Collezione Gianferrari, che ci accoglie nella hall, assieme alla bellissima tela di Mario Sironi 'La famiglia del pastore' del '29 . Sulla sinistra troviamo le stanze per ricevere: moderne librerie anni '30 e tavolini da gioco, nonchè camino lineare di Piero Portaluppi e opere di Arturo Martini,  Marino Marini, Ubaldo Oppi, Gino Rossi.

Si accede poi al salotto, con mobili d'antiquariato settecentesco e sempre dalla Collezione Gianferrari, il 'Ritratto di Alfredo Casella' e 'Oreste ed Elettra' di Giorgio De Chirico (entrambe degli anni '20), nonchè nature morte di Giorgio Morandi degli anni '30.
Ma la sala che ha mantenuto pressocchè intatta la sua originalità è la veranda, caratterizzata da marmi bianchi e verdi per il pavimento, tavolino in lapislazzuli di Portaluppi, stipo orientale e  vasi cinesi acquistati nei vari viaggi, e una pregevole e moderna porta in alpacca studiata appositamente dall'architetto per la sicurezza dei Necchi-Campiglio. Della Collezione Gian Ferrari, è la scultura in bronzo di Adolfo Wilt, l'efebico 'Il puro folle' rappresentate Parsifal alla ricerca del Santo Graal, e le tele di Gino Severini, Alberto Savinio, Piero Marussig. Particolari decorativi come copricaloriferi, porte con disegni a losanga ripetuti a stucco nei soffitti, e greche costituiscono cifra distintiva del Portaluppi.

L'ala destra della villa ospita la sala dedicata al fumo, il fumoir, modificata da Tomaso Buzzi eliminando l'originale impostazione portaluppiana con l'inserimento di un camino dalle linee neo-rinascimentali e commòde del '700; attraverso essa si accede alla sala da pranzo, altresì modificata dal Buzzi per quanto riguarda gli arredi.
Originale degli anni '30 è il rivestimento in pergamena per le pareti, il bellissimo centrotavola dell'orafo milanese Alfredo Ravasco in pietre dure, coralli e argento, e il soffitto con decori di Portaluppi.
Segue poi il doppio office, la 'fucileria' e si ritorna nella hall per entrare nello studio di Angelo Campiglio: in questa stanza originale è la boserie che nasconde aperture, ed è stato ripristinato il decoro a stucco del soffitto di Porataluppi. Acquistata dai coniugi Necchi, invece, è la bellissima scrivania portatile in stile impero, mentre le tele alle pareti di Carrà e De Pisis provengono dalla Collezione Gianferrari.

Salendo la scalinata con balaustra a greca di Portaluppi si accede alle stanze da letto e ai bagni padronali.
Un  corridoio con volta a botte cordonata a losanghe conduce alle due sale da bagno rimaste intatte, con i loro eleganti marmi, i doppi lavandini, le toilette anni '30 e tutto il corredo firmato con le iniziali delle sorelle Necchi, Gigina e Nedda. Nota di rilievo: doccia con idromassaggio, lusso estremo negli anni '30, come l'acqua calda con cambio automatico nella piscina del giardino, primo esempio di piscina per una villa di città.

Le stanze da letto hanno sapore antiquariale: il '700 è preferito dai coniugi Gigina e Angelo; l'800 per Nedda Necchi, che collezionava anche opere d'arte moderna e ceramiche antiche.
Negli armadi si conservano ancora gli abiti dei padroni di casa: Gucci, Dior, Chanel, borse e cappelli firmati. I Necchi-Campiglio erano sì molto discreti, ma noti nell'alta società imprenditoriale e aristocratica anche per la loro eleganza e per le loro conoscenze altolocate. Tra queste, la principessa Maria Gabriella di Savoia, ospite fissa a Villa Necchi ed Enrico d'Assia. Per entrambi vi era una stanza in villa: quella della principessa ospita ora la collezione d' arte del '700, donata da Alighiero e Emilietta De Micheli al FAI; quella di Enrico d'Assia è stata ri-arredata con mobili disegnati da Poartaluppi, successivamente rimossi nel corso degli anni e relegati al secondo piano nelle stanze da letto degli inservienti.

Anche la guardarobiera aveva un'elegante stanza tutta per sè e si occupava del guardaroba, sempre al piano superiore. Dal guardaroba, la scala per la servitù, permette di raggiungere il piano seminterrato, ove vi sono le stanze per la servitù e la cucina, nonchè le docce e gli spogliatoi per accedere alla piscina o al campo da tennis. I molbili della cucina sono sempre del Portaluppi. Le vivande arrivavano dal seminterrato all'office attraverso un piccolo ascensore, altro lusso dei proprietari, che disponevano di un ascensore privato per raggiungere le camere padronali al piano superiore.
Dal piano seminterrato si esce in giardino ove si può ammirare la bella piscina disegnata dal Portaluppi, come le strutture della portineria, del garage e i viottoli interni.

Termina così la visita guidata, dopo aver dato uno sguardo alle foto dei Necchi- Campiglio, che con la loro ricchezza, eleganza, classe, ma anche discrezione e generosità, percepita attraversando le sale e ripercorrendone la storia, ci hanno fatto sognare grazie alla donazione di questo bellissimo gioiello al FAI.
Con Antonio Laviano, alla scoperta della storia della villa, dei suoi arredi, dei suoi committenti, e delle opere che la rendono unica nel suo genere.









A. L.

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