La città di Milano offre tanti scorci
pittoreschi ove scoprire inaspettate sorprese. Uno di questi è il Parco Sempione.
Il parco nasce nel 1893 nella zona
compresa tra il Castello Sforzesco e l'Arco della Pace, progettato
dall'ingegnere Emilio Alemagna e realizzato sul modello dei giardini
inglesi, con laghetti, viottoli, collinette artificiali. Esso ricopre
l'area di circa 47 ettari, che era già zona boschiva sotto i
Visconti – Sforza, poi trasformata in piazza d'armi e utilizzata per
le esercitazione dei soldati fino all' '800.
Nel frattempo l'area si era arricchita
dell'Arena in stile neoclassico, durante il dominio napoleonico
(progetto dell'architetto Luigi Canonica, del 1806, ove si tenevamo
giochi, manifestazioni circensi e battaglie navali) e anche l'Arco
del Sempione (progettato dall' architetto Luigi Cagnola e terminato
nel 1838), nato all'inizio di corso Sempione, per celebrare le
vittorie di Napoleone Bonaparte, finì per essere intitolato alla
Pace, dopo la sua sconfitta e il ritorno degli austriaci sul dominio
di Milano.
Ma nel parco si erano anche tenute
grandi esposizioni, come quella nata per celebrare il traforo del
Sempione, e quella Universale del 1906, ove per l'occasione era stato
realizzato in stile Art Nouveau il Padiglione dell'Acqua, progettato
da Sebastiano Locati, parzialmente distrutto dai bombardamenti del
'43, successivamente ristrutturato e trasformato in acquario civico.
Nel 1933, in occasione della "Esposizione Triennale delle arti decorative industriali e moderne" (nata come Biennale a Monza nel 1923, su idea di Guido
Marangoni), veniva costruito per l'occasione il Palazzo dell'Arte,
progettato da Giovanni Muzio e regalato alla città grazie alla
donazione del senatore Antonio Bernocchi.
Il palazzo, da quel momento
sede di tutte le esposizioni Triennali, fu costruito come un grande
parallelepipedo dotato di due ingressi (uno monumentale, su viale
Alemagna; l'altro con porticato che affaccia sul parco), costruito
con mattone clinker e granito di Baveno, dotato di finestre a nastro,
tetto con copertura a sheds, stile di compromesso tra
l'architettura industriale e il monumentalismo di ispirazione
classica dell'epoca compresa tra le due guerre (scalone interno e
salone delle cerimonie). La direzione artistica fu affidata a Gio' Ponti
e Mario Sironi, per celebrare in grande la nuova Triennale, e nel
parco per l'occasione erano state allestite una trentina di strutture
architettoniche provvisorie come possibili modelli di case contemporanee.
Da allora, con cadenza grossomodo Triennale (salvo interruzioni a causa della
Guerra e per le contestazioni sessantottine), le manifestazioni
continuano ancora oggi, sono curate dalla Fondazione Triennale e nel Palazzo dell'Arte è stato istituito anche il
Museo del Design.
Durante la X Triennale (1954), viene
costruito il Padiglione della Cementeria Merone, in forma circolare
con tetto a chiocciola in stile origami, da Parisi -Longhi-
Antonietti.
Realizzato in cemento armato e vetro, è
posizionato sulla collinetta del cosiddetto “monte Tordo”, in
sostituzione di un padiglione liberty non piu' esistente, ed oggi ha
funzione di biblioteca.
Si sviluppa circolarmente attorno alla
scultura astratta di Francesco Somaini, ed è decorato con i lavori a
bassorilievo di Mario Radice, Bruno Munari, Umberto Milani, ad esso contemporanei.
A poca distanza della Biblioteca vi è
la scultura tardo ottocentesca di Francesco Barzaghi di Napoleone
III a cavallo, su un basamento con i nomi dei soldati francesi caduti
in guerra durante le battaglie per la liberazione del regno lombardo-veneto.
Altra costruzione del periodo è il Bar
Bianco, nato su progetto di Riccardo Griffini, inizialmente nato
per la distribuzione di latte della Centrale del Latte di Milano, per
i bambini frequentatori del parco. In cemento amato e pietra, oggi
conserva la funzione di bar.
Nel parco però sono presenti anche
alcune opere del progetto “Contatto Arte-Città”, realizzate in
occasione della XV Triennale del 1973. Il progetto, guidato da
Giulio Macchi, ha visto la collaborazione di una quindicina di
artisti. Tra questi Arman, De Chirico, Burri, Roccamonte, dei quali è
possibile ammirare (e sperimentare) opere in situ.
Il progetto presupponeva la realizzazione di opere create con materiale di produzione industriale (ferro, cemento, alluminio ecc.) con lo scopo di coinvolgere anche i cittadini di Milano nella fruizione delle stesse. Quasi tutte realizzate nel
parco, poche di queste sono sopravvissute.
Ci si puo' accomodare su "Accumulazione musicale con seduta", di Arman:
si tratta di una struttura a gradoni in cemento ove sono inserite
sedie di ferro, che rappresenta la postazione degli strumentisti di
una orchestra; il podio del direttore d'orchestra invece è un
parallelepipedo di cemento nel quale sono inserite sezioni di
strumenti musicali a fiato o stampate nel cemento.
Nel parco della Triennale invece
troviamo i "Bagni Misteriosi" di Giorgio De Chirico. Opera
pinto-scultorea in pietra di Vicenza, rappresenta un soggetto della
metafisca dechirichiana, con bagnanti, cabine, una piscina con fondo
decorato tipo parquet di legno a spina di pesce, un cigno e un pesce.
Di Giorgio Roccamonte è presente una struttura in cemento intitolata “Chiosco scultura”, che rappresenta i suoi tipici
personaggi-robot, in questo caso uniti a formare una specie di chiostro.
Nel 2015
è stato ricostruito il Teatro Burri, altra opera del '73 (un palco
in cemento armato sopraelevato da terra, con sei quinte in acciaio
bianche e nere, alte sei metri ove ognuno puo' diventare estemporaneo
protagonista e spettatore), realizzato su progetto di Alberto Burri,
ma distrutto nel 1989.
A poca distanza da queste opere e' possibile
ammirare il Ponte delle Sirenette, progettato dall'ingegnere
Francesco Tettamanzi con figure modellate da Benedetto Cacciatori, realizzato tra il 1840-42, primo ponte in ghisa di Milano, una volta
presente sul Naviglio di Via Visconti di Modrone; alla copertura dei
navigli nel '30, fu accorciato e posto sul laghetto nel parco
Sempione.
In occasione della Triennale del '33
venne costruita anche la Torre del Parco, progettata da Gio' Ponti e
Cesare Chiodi, in tubi di acciaio Dalmine imbullonati, alta piu' di
107 metri: dotata di un belvedere al quale si accede mediante ascensore, da lì è possibile ammirare il panorama della città
di Milano. Ristrutturata grazie al contributo della Società Fratelli
Branca, storica azienda di produzione del famoso liquore Fernet Branca, oggi la torre è di nuovo visitabile.
Si conclude cosi' la visita guidata al
Parco Sempione con la salita mozzafiato sulla Torre
Branca, per godere anche dall'alto delle meraviglie che sa offrire Milano.
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