martedì 2 aprile 2019

BANKSY 
A VISUAL PROTEST
MUDEC
21 Novembre 2018 - 14 aprile 2019

Il Museo delle Culture di Milano presenta una mostra particolare sulle opere dello street artist Banksy intitolata “A visual Protest - the art of Banksy”.
Si tratta di una esposizione non autorizzata dall'artista che, come è risaputo, non intende far pagare biglietti di ingresso per vedere i suoi lavori, tanto più che le sue opere sono quelle che si possono vedere (lì dove sono rimaste) sui muri delle città nelle quali ha agito.
La mostra è divisa in varie sezioni che esaminano i soggetti e le tematiche di Banksy, oltre ad un documentario realizzato dai due maggiori collezionisti di riproduzioni certificate dall'artista (prestatori di quasi tutte le circa 70 opere presenti.

Banksy è noto per essere uno degli street artist più apprezzati nel mondo dell'arte contemporanea, che ha fatto della tecnica dello stencil un mezzo per esprimere il suo pensiero, nonche' una vera e propria forma d'arte per indentificarlo, nonostante  fino ad oggi non ne sia ancora nota la sua reale identità. In effetti Banksy ha fatto dell'anonimato, paradossalmente, un modo per essere visibile al mondo intero, reale e virtuale. A parlare, più che la sua identità, sono appunto le sue opere. Attraverso di esse Banksy critica i sistemi di potere, il consumismo, il mercato dell'arte, le guerre, ma lo fa in modo ironico benchè incisivo. I suoi soggetti infatti, sono molto popolari ed apparentemente di facile lettura, ma colpiscono a fondo per il sottile significato che emerge ad una analisi più attenta degli elementi che li compongono.
La mostra si apre con la sezione dedicata alla formazione di Banksy, con riferimento al Movimento Situazionista degli anni '60, al movimento Punk degli anni '70 e alla cultura della street art di New York anni '80. Dal primo, Banksy ha mutuato la tecnica del “detournement”, cioè lo stravoglimento di significato di un'opera nota mediante modifica stilistica e semantica della riproduzione della stessa; dalla cultura punk ha ereditato la carica sovversiva e antiborghese del movimento tipicamente british, mentre dal graffitismo della Big Apple anni '80 lo stile dei suoi primi lavori a Bristol (sua città di provenienza).
Si passa alla sezione tematica relativa alla contestazione circa i poteri della polizia, con stampe su carta e tela, litografie e serigrafie che riprendono suoi famosi soggetti come FLOWER THROWER (2003), RUDE COPPER (2003), FLYNG COPPER (i poliziotti con la faccia sostituite dallo smile, 2003), GRANNIES (le nonnine borghesi che lavorano a maglia gilet inneggianti al punk, 2006), ecc. Segue la sezione dedicata ai topi (RAT AND HEART, 2015), simboli e alter -ego dell'artista, considerati veri e propri sabotatori, coloro che in realtà possono sopravvivere anche al disastro nucleare.
Si procede poi con i “Giochi di guerra”, con lavori che criticano il potere dei pochi che lo utilizzano per la distruzione del genere umano (e qui possiamo notare opere famose come BOMB MIDDLE ENGLAND (2002), BOMB LOVE (2003), APPLAUSE (2006), NAPALM (2006); di seguito vi è la sezione dedicata alla critica verso il consumismo e ai comportamenti legati alla bulimia di acquistare e consumare (SALES END TODAY (2017), GOLF SALE( 2003) .
Ma è criticato anche il sistema dell'arte con l'opera MORONS (2006), che ruota attorno a pochi ricchi che possono permettersi di spendere patrimoni per accaparrarsi opere d'arte per la bramosia di possedere, mentre la religione e i super poteri della polizia possono limitare anche la libertà dei bambini (i bambini, infatti, sono soggetti spesso ricorrenti nelle opera di Banksy (JACK AD JILL, 2005;  NO BALL PLAY, 2009) ecc.): con la loro innocenza sono i primi ad essere entusiasmati dai suoi soggetti, ma si fanno anche portatori di messaggi che vanno dritto al cuore (GIRL WITH RED BALLOON, 2004) .
Un prezioso documentario correda l'esposizione, narrando la storia di Banksy, le sue incursioni nei musei di Londra, Parigi, New York, e il suo coinvolgimento finalizzato a sensibilizzare l'opinione pubblica verso problemi di attualità come la guerra in Siria e altre situazioni di disagio sociale.

La visita guidata di Antonio Laviano permette di entrare nell'arte di Banksy e di capire come un anonimo ragazzo di Bristol è riuscito con talento e intelligenza a diventare uno degli artisti più famosi e quotati della street art, pur senza rivelare la propria reale identità.


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